arrow-leftarrow-rightclosedownload-filedownloadico-playinfolinklogo-anniversario_negativelogo-confagricolturalogo-confagricoltura_negativeplaysearchsocial-facebook-colorsocial-facebooksocial-instagram-colorsocial-instagramsocial-linkedin-colorsocial-linkedinsocial-pinterestsocial-twittersocial-x-colorsocial-xsocial-youtube-colorsocial-youtubeuser
Mondo Agricolo - approfondimenti

Intervista al presidente Agrifish, Siekierski: “A lavoro per una Pac a misura di imprese. Ucraina in Europa, per evitare altre destabilizzazioni dei mercati”

19 March 2025
Czesław Siekierski, ministro per l’Agricoltura della Polonia, presidente del Consiglio Agrifish -  Mondo Agricolo - approfondimenti | Confederazione Generale dell'Agricoltura Italiana
Czesław Siekierski, ministro per l’Agricoltura della Polonia, presidente del Consiglio Agrifish

Di Costantino Moretti

Il ministro polacco per l'Agricoltura e presidente del Consiglio Ue Agrifish: “Spero che in sede di voto l’Italia condividerà la nostra contrarietà all’attuale accordo con il Mercosur”

 

A quasi tre mesi dall’inizio del semestre di presidenza polacca del Consiglio Ue, le priorità di Czesław Siekierski, ministro per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale oggi alla guida dell’Agrifish, hanno trovato di recente una sponda importante nelle posizioni del neocommissario per l’Agricoltura, Christophe Hansen. “Bisogna intervenire presto sulla struttura della prossima Pac, puntiamo su semplificazione e incremento di risorse”.

Ministro, nel giorno dell’inaugurazione della presidenza della Polonia del Consiglio Ue, gli agricoltori hanno protestato nelle strade chiedendo tre cose: fermare l’accordo commerciale Ue-Mercosur; razionalizzare gli obbiettivi del Green Deal; e introdurre cambiamenti negli accordi sull’importazione dei prodotti agricoli dall’Ucraina. Qual è la sua opinione al riguardo?

Gli agricoltori hanno manifestato perché si aspettavano l’arrivo della presidente, Ursula von der Leyen. Le nuove regolamentazioni sono state introdotte senza consultare le parti interessate e gli agricoltori polacchi sono stati i primi a lamentarsi per le importazioni eccessive dei prodotti agricoli dall’Ucraina. Il consenso dell’Ue a tali importazioni ha comportato, nei fatti, l’inclusione dell’Ucraina nell’Unione o, quanto meno, nel mercato comunitario. In Polonia ci ricordiamo benissimo quali sono stati i requisiti e i criteri che abbiamo dovuto rispettare per entrare nell’Unione Europea.

Abbiamo soddisfatto tali criteri, però, ancora oggi i nostri agricoltori ricevono sussidi inferiori rispetto ai loro colleghi della “vecchia” Unione. Gli effetti dell’afflusso incontrollato dei prodotti agricoli dall’Ucraina hanno colpito prima le imprese dei Paesi limitrofi e successivamente, gli agricoltori del resto dell’Ue. È proprio questo lo scenario che teme il settore primario europeo qualora entri in vigore l’accordo tra Ue e Mercosur.

Come possiamo parlare di condizioni di concorrenza eque e paritarie se sul mercato europeo arriveranno merci prodotte senza rispettare le norme e gli alti standard produttivi obbligatori per tutti? Ricordo che per soddisfare tali requisiti l’agricoltore europeo deve sostenere i relativi costi. Noi già abbiamo il “nostro Mercosur” al di là del confine orientale. Oggi la Polonia detiene la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea, e avendo alle spalle tali esperienze, vogliamo effettuare un’ulteriore revisione del Green Deal.

Una parte delle disposizioni più sfavorevoli e irrazionali è stata modificata a seguito delle contestazioni degli agricoltori, però dobbiamo assicurarci che esse non verranno riproposte. E altresì necessaria la discussione su cosa succederà dopo le regole sulla gestione del traffico aereo – le cosiddette ATM – per gli scambi commerciali con l’Ucraina. Le restrizioni attuali valgono fino alla fine di giugno di quest’anno. Ora la domanda è: che direzione prendere? Come definire di nuovo l’accesso al mercato comunitario senza esporre gli agricoltori a perdite?

Sotto le precedenti presidenze del Consiglio, quella belga e quella ungherese, i 27 Stati membri non sono riusciti a raggiungere la maggioranza sul testo per autorizzare l’uso delle nuove tecniche genomiche (NGT) in campo. Qual è la sua posizione al riguardo? Pensa di riprendere e tentare di chiudere il dossier?

È una questione che abbiamo ereditato, ma che vogliamo risolvere. Alla fine dell’anno scorso abbiamo organizzato una grande conferenza dedicata a questo tema, intitolata “Nuove tecniche genomiche. Proposte per un’agricoltura innovativa”. I dubbi derivano soprattutto dalla confusione diffusa sulla differenza tra OGM e NGT. Infatti, i secondi sono caratterizzati da cambiamenti effettuati non attraverso la modificazione genetica, ma con tecniche di ingegneria non usano utilizzo di DNA “estraneo”. Lo sviluppo procede, che ci piaccia o no.

Ci colpiscono sempre più spesso le calamità legate ai fenomeni meteorologici estremi, tra cui le siccità, e le NGT sono un’opportunità per sviluppare, in tempi brevi, varietà vegetali che possano avere particolari caratteristiche: resistenza ai parassiti, alle malattie, alle condizioni ambientali sfavorevoli e agli effetti dei cambiamenti climatici; minore fabbisogno di fertilizzanti e di prodotti fitosanitari; e la possibilità di aumentare il contenuto di nutrienti.

Questo patrimonio scientifico dovrebbe essere accessibile agli agricoltori. In un mondo in rapido cambiamento, ci mancano i regolamenti riguardanti le NGT. Dovremo affrontare sicuramente ancora molte discussioni ed effettuare approfondite analisi. Finora la Polonia non ha appoggiato il progetto di regolamento della Commissione europea sulle NGT. Continueremo tuttavia a lavorare su questo progetto nel corso della nostra presidenza. In quanto uomo di dialogo, spero di raggiungere un compromesso e di trovare le soluzioni migliori. Da molte parti si alzano voci per ridurre gli obblighi burocratici in capo agli agricoltori per garantire condizioni eque per i produttori agricoli europei in un contesto globale sempre più sfidante.

Durante la nostra presidenza lavoreremo, tra l’altro, sul miglioramento e stabilizzazione dei redditi agricoli e sul rafforzamento del ruolo degli agricoltori nella filiera alimentare. Non può essere trascurata la questione della semplificazione della prossima PAC che avevano richiesto tanto gli agricoltori durante le proteste, quanto le competenti amministrazioni dei Paesi membri. Il commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, Christophe Hansen, al termine del Consiglio Agrifish del 27 gennaio scorso, ha ammesso che è necessario un intervento rapido.

Non solo riguardo alle semplificazioni, ma anche in merito sia al rafforzamento del ruolo delle imprese del settore primario nella filiera agroalimentare e sia all’applicazione efficace delle disposizioni in materia di pratiche commerciali sleali. Il commissario ritiene che tutti questi elementi possano ridare agli agricoltori la fiducia nel mercato e a garantire loro un reddito dignitoso. Come ho detto prima, la portata delle nuove regolamentazioni del Green Deal Europeo deve essere equilibrata, serve una revisione approfondita delle linee guida, la correzione di alcuni obiettivi o addirittura, il ritiro dalle attività più controverse.

Prima ha affermato che l’Ucraina è, nei fatti, integrata nel mercato comunitario. Quale sarà il prossimo passo?

Nel settore agricolo vogliamo anche avviare la discussione sulle condizioni relative all’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea. Siamo ben consapevoli che la struttura dell’agricoltura in Ucraina è completamente diversa da quella dell’Unione Europea. Questa discussione è necessaria per non destabilizzare i mercati agricoli europei, evento che abbiamo subìto immediatamente dopo l’invasione russa.

Ciò richiederà maggiore competitività delle nostre aziende sui mercati. Con quali strumenti?

Ora ci troviamo di fronte a una bassa redditività della produzione agricola e alla diminuzione della competitività dell’agricoltura europea a livello internazionale. Ecco perché diventa particolarmente importante garantire agli agricoltori condizioni di parità sul mercato interno. Per raggiungere questo obbiettivo occorre focalizzare l’attenzione sui prodotti che vengono importati. Non è ammissibile che entrino nell’Unione alimenti che siano stati prodotti senza rispettare le stesse direttive e norme imposte agli agricoltori europei.

Soddisfare tali requisiti significa sostenere dei costi ben precisi. Gli agricoltori sanno perfettamente che cosa coltivare e come, basta solo creare condizioni adeguate. Una di queste è, senz’altro, la riduzione degli oneri burocratici. Le disposizioni devono essere formulate in maniera chiara e semplice ed essere basate su principi sani. I costi della protezione dell’ambiente e della natura non possono gravare sugli agricoltori, e le risorse per realizzare questi obbiettivi dovrebbero provenire dalle altre politiche comunitarie e non dalla Politica agricola comune.

Ritiene che oggi ci sia ancora bisogno di una Politica agricola comune?

Assolutamente sì e ritengo che per la politica agricola dovrebbero essere stanziate ancora più risorse. In passato ammontavano al 70% del bilancio complessivo dell’Unione Europea, oggi sono appena circa il 30-32% e questo mentre aumenta il numero dei requisiti da soddisfare e con essi le spese da affrontare.

 Ripeto, i fondi per la tutela ambientale dovrebbero essere attinti da altri capitoli di bilancio. Mentre i fondi per la realizzazione della Pac dovrebbero essere destinati esclusivamente al mondo agricolo. Questa politica, una delle più vecchie politiche comunitarie, non solo deve rimanere, ma deve essere perfino rafforzata finanziariamente continuando a basarsi sui due attuali pilastri. La futura PAC dovrà sostenere un’agricoltura europea competitiva e resistente. Ecco perché negoziare un bilancio soddisfacente nel prossimo quadro finanziario pluriennale sarà una questione fondamentale per il settore primario e le zone rurali.

Il commissario Hansen è favorevole a un bilancio forte e dedicato alla Pac. Il mondo sta cambiando sotto i nostri occhi, e sta cambiando molto velocemente. I mutamenti geopolitici di questi recentissimi tempi ci hanno dimostrato che la questione della sicurezza è prioritaria, in tale accezione rientra anche la sicurezza alimentare. Questa è la nostra priorità ed essa richiede un finanziamento adeguato, nonché la protezione appropriata delle capacità produttive dell’agricoltura europea. Non possiamo permetterci dipendenza da forniture esterne di prodotti alimentari.

Come sono a suo avviso i rapporti tra Polonia e Italia nell’ambito agricolo-forestale?

L’Italia e la Polonia sono unite da profondi legami non solo a livello di popolazione, ma anche, in misura sempre crescente, a livello di aziende. Siamo abbastanza simili. L’agricoltura è un settore di grande importanza sia per la Polonia, sia per l’Italia. Da noi sono particolarmente importanti le imprese agricole a conduzione familiare, che costituiscono una fonte di reddito per molti agricoltori. I nostri Paesi hanno un grande potenziale agricolo, il che ci colloca tra i leader europei del mercato alimentare.

Collaboriamo soprattutto nell’ambito del Consiglio europeo dell’Agricoltura e della Pesca. Inoltre, si svolgono regolarmente anche incontri tra esperti, ad esempio sui modi di riportare i valori nutrizionali dei prodotti agroalimentari sulle etichette. Inoltre, i rappresentanti delle aziende italiane del settore agroalimentare sono presenti a molti eventi polacchi, come fiere alimentari o fiere del settore Ho.Re.Ca. Sono manifestazioni in cui sono presenti prodotti italiani come la pasta, il riso, l’olio extravergine di oliva, il tonno, i salumi italiani, il parmigiano, la burrata e altri prodotti tipici e artigianali, come panettone, caffè, e i vini italiani.

Torniamo all’accordo con il Paesi del Sud America. Per Confagricoltura l’intesa, così com’è, non deve essere ratificata. Qual è la posizione che Varsavia porta in Consiglio Ue?

L’accordo Ue-Mercosur rappresenta oggi una questione importante. Sull’auspicabile bocciatura dell’accordo, la posizione dell’Italia è per noi molto importante. La Polonia si è pronunciata molto chiaramente al riguardo. Io, a nome del ministero dell’Agricoltura e dello Sviluppo rurale, ho espresso un’opinione inequivocabilmente negativa in proposito e il governo polacco ha adottato una risoluzione in tal senso. Spero che l’Italia condivida la nostra posizione in merito per creare una minoranza che potrà porre il veto in sede di voto. Da ultimo, segnalo che in Polonia, a differenza dell’Italia, la questione della silvicoltura non rientra nelle competenze del ministero dell’Agricoltura e dello Sviluppo rurale, bensì in quelle del ministero del Clima e dell’Ambiente.

 

L’articolo è presente sul numero di marzo 2025 di Mondo Agricolo, la rivista dell’agricoltura

Le più lette

Vedi tutte
DL Sicurezza, per Confagricoltura necessario un tavolo di confronto sulle disposizioni relative alla canapa
05 April 2025Comunicati
DL Sicurezza, per Confagricoltura necessario un tavolo di confronto sulle disposizioni relative alla canapa
Vinitaly, l'acquacoltura italiana in scena con API nello stand di Confagricoltura: biodiversità, innovazione e gusto
04 April 2025Comunicati
Vinitaly, l'acquacoltura italiana in scena con API nello stand di Confagricoltura: biodiversità, innovazione e gusto
Roberto Caponi è il nuovo Direttore generale di Confagricoltura
03 April 2025Comunicati
Roberto Caponi è il nuovo Direttore generale di Confagricoltura
Dazi, Giansanti: "Colpiti i nostri settori di punta. Serve una risposta unitaria e decisa dell'Europa"
03 April 2025Dicono di noi
Dazi, Giansanti: "Colpiti i nostri settori di punta. Serve una risposta unitaria e decisa dell'Europa"
Vinitaly: nello spazio di Confagricoltura incontri, approfondimenti e degustazioni. Dai dazi ai trend di consumo, passando per le eccellenze del Made in Italy a tavola
02 April 2025Comunicati
Vinitaly: nello spazio di Confagricoltura incontri, approfondimenti e degustazioni. Dai dazi ai trend di consumo, passando per le eccellenze del Made in Italy a tavola
Vino e Europa: le nuove misure UE al centro dell'evento di Confagricoltura Siena, il 4 aprile alle 11
02 April 2025Dal Territorio
Vino e Europa: le nuove misure UE al centro dell'evento di Confagricoltura Siena, il 4 aprile alle 11
Dazi, Giansanti al Corriere della Sera: "L'export USA vale 8 miliardi, necessario negoziare"
02 April 2025Dicono di noi
Dazi, Giansanti al Corriere della Sera: "L'export USA vale 8 miliardi, necessario negoziare"
Combi Mais Eco all'Associazione Granaria, Gherardi: “Tecnologia e agricoltura rigenerativa, futuro della produzione italiana”
01 April 2025Notizie Brevi
Combi Mais Eco all'Associazione Granaria, Gherardi: “Tecnologia e agricoltura rigenerativa, futuro della produzione italiana”
“Nuova PAC: visione al 2040 per un'agricoltura europea sempre più competitiva”: a Latina il convegno con ANSA per informare sulla politica agricola comune
01 April 2025Dal Territorio
“Nuova PAC: visione al 2040 per un'agricoltura europea sempre più competitiva”: a Latina il convegno con ANSA per informare sulla politica agricola comune
Badi (FNP Confagricoltura): "Equiraduno per il Giubileo a Roma, esperienza straordinaria". Il 14 maggio in San Pietro
31 March 2025Dal Territorio
Badi (FNP Confagricoltura): "Equiraduno per il Giubileo a Roma, esperienza straordinaria". Il 14 maggio in San Pietro
Chiudi